“Non-Scuola – Eresia della felicità

/“Non-Scuola – Eresia della felicità

“La non-scuola è un attività di laboratorio teatrale con gli studenti: gli adolescenti di oggi e gli antichi autori, i classici. E’ come sfregare due legnetti e provocare il fuoco. Quello che nasce da questo corto circuito è la felicità della scena, una felicità dionisiaca.”

 

“La non-scuola non si chiamava così, ma esisteva già dal ’91, quando al Teatro delle Albe venne assegnata la direzione del Teatro Rasi. Marco Martinelli e Maurizio Lupinelli cominciarono a tenere dei laboratori teatrali nei licei. All’inizio vi parteciparono solo quaranta studenti, che poi per contagio, anno dopo anno, divennero dieci volte tanti, coinvolgendo tutte le scuole della città.

Non andavamo a insegnare. Il teatro non si insegna. Andavamo a giocare, a sudare insieme. Come giocano i bambini su un campetto da calcio, senza schemi né divise, per il puro piacere del gioco, come capita ormai di vederli solamente in Africa, a piedi nudi sulla sabbia, o nel sud d’Italia: al nord è raro, i più sono irrigimentati a copiare il calcio dei “grandi”, soldi e televisione. In quel piacere ci sono una purezza e un sentimento del mondo che nessun campionato miliardario può dare. La felicità del corpo vivo, la corsa, le cadute, la terra sotto i piedi, il sole, i corpi accaldati dei compagni, l’essere insieme, orda, squadra, coro, comunità, la sfera-mondo che volteggia e per magia finisce dentro la rete.

Scuola e teatro sono stranieri l’uno all’altra, e il loro accoppiamento è naturalmente mostruoso. Il teatro è una palestra di umanità selvatica e ribaltata, di eccessi e misura, dove si diventa quello che non si è; la scuola è il grande teatro della gerarchia e dell’imparare per tempo a “essere” società. Quando Cristina Ventrucci parlò di non-scuola, la definizione fu accolta senza discussioni. Il gioco è ancora oggi l’amorevole massacro della Tradizione. Non “mettere in scena”, ma “mettere in vita” i testi antichi: resuscitare Aristofane, non recitarlo. La tecnica della resurrezione parte dal fare a pezzi, disossare […]”.

 

Marco Martinelli e Ermanna Montanari, Jarry 2000, edizioni Ubulibri, Milano, 2000

 

2018-05-08T15:52:19+00:00