Giacomino e Mammà

di Santiago Carlos Oves /Jordi Galceran
traduzione e regia Enrico Ianniello
con Isa Danieli e Enrico Ianniello
scene e costumi Barbara Bessi
luci Lucio Sabatino
suono Daghi Rondanini
aiuto regia Costanza Boccardi
direzione tecnica Lello Becchimanzi
direzione di scena Gigi Gregorio Esposito
sarta Federica Del Gaudio
assistente di produzione Clarissa Curti
foto di scena Francesco Cataldo
ufficio stampa Renato Rizzardi
produzione Teatri Uniti

“La vecchiaia è un vantaggio che arriva troppo tardi. L’unico modo di approfittare
di questo vantaggio, è condividerlo con gli altri.” “Giacomino e Mammà” è il terzo testo catalano che traduco per la scena in napoletano. Se in Chiòve di Pau Miró ci trovavamo all’ultimo piano di un immaginario condominio napoletano dei Quartieri Spagnoli, se in Giocatori – dello stesso autore – c’eravamo spostati nello spazioso secondo piano ricco solo di ricordi che era la casa del Professore, il piccolo appartamento col terrazzino al primo piano di questo edificio drammaturgico italo iberico è stavolta l’oggetto del desiderio attorno al quale ruota la vicenda del testo di Oves e Galceran. Giacomino, cinquantenne, ha perso il lavoro e si ritrova indebitato per star dietro ai desideri di consumo della moglie e dei figli adolescenti. La vendita dell’appartamento in cui vive la madre potrebbe aiutarlo a rimettersi in sesto,
certo, ma lei non è affatto d’accordo. Non si vende proprio niente: quello che ci vuole, invece, è il coraggio di guardare in faccia la propria vita e fare scelte oneste
e non acquiescenti, questo dice mammà. Il momento di difficoltà diventa così l’occasione, a lungo sprecata, per mettere a confronto due epoche della vita,
occasione nella quale l’amore tra una madre e un figlio viene a galla in maniera prorompente mentre si ride parlando di cucina, di quattro per quattro, della capacità di vivere inseguendo i propri sogni o le rate dei propri acquisti, tra saggezza, parolacce, incomprensioni e momenti di autentica e profonda commozione quando si scopre che a un certo punto della vita non si possono dire più le cose importanti.
Enrico Ianniello

2019-10-11T18:10:17+00:00